Sono appassionato di fotografia da molti anni. Adoro questo modo, così naturale, di rappresentare la realtà.
Non sempre ho potuto curare questa passione così come avrei voluto. Quando l'ho fatto, le sensazioni che realizzavo mi hanno sempre gratificato non poco.
Un po’ come tutti gli hobbisti, sono autodidatta. La formazione tecnica l’ho maturata attraverso la sola lettura: il primo libro, di Andreas Feininger, l’ho letto nel 1970.
Un’altra passione mi ha sempre intrigato: la pittura impressionista e, soprattutto, quella contemporanea. Amo tanto, maestri come Hopper, Vettriano, Colville.
La loro pittura racconta in modo fresco, pulito, accurato “l’ordinario fluire quotidiano”. Le loro opere hanno la stupefacente capacità di descrivere il silenzio. Esso si appalesa nelle forme più
intime e luminose.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo dipingere. Non l’ho mai saputo fare. L’idea di creare dal niente un’immagine, di condividere con altri la rappresentazione visiva delle proprie emozioni è stato
sempre tra i desideri più forti che io abbia mai potuto esprimere.
Quando, negli ultimi anni, ho scoperto che le immagini prodotte con la fotocamera digitale potevano essere trasformate in colorati e luminosi dipinti, ho trovato la mia strada.
Invece dei pennelli di setola, uso pennelli digitali. Al posto della tavolozza, uso i colori RGB. Invece della tela bianca, uso un mio scatto fotografico. Protagonisti: una tavoletta grafica, un software specifico e un po' di passione. Il risultato finale, una pittofotografia, è un vero e proprio quadro pittorico che ha, come scrive il prof. Fb. Vitolo, la sfumata pastosità di un dipinto e il preciso realismo di una fotografia. Basta fare una stampa di qualità impiegando solo tela pregiata... e il "gioco" è fatto.
Mancava ancora un elemento per rendere il racconto più completo, più coinvolgente. Mancava la parola. Quella scritta. Quella che narra la visione. Quella che, come scrive il prof. F. Giordano, racconta il sentimento che la visione suscita.
Ed ecco la poesia. Il bisogno ossessivo di entrare nell’anima delle cose.
Quindi fotografia, pittura, poesia, una mescola di contenuti che, grazie alla moderna tecnologia, credo sia possibile veicolare in un tentativo di sintesi multimediale.
In definitiva, l'anagrafe mi ricorda spesso che non sono più un ragazzino.
Io continuo a giocare...
Il mio è solo un gioco, un meraviglioso gioco.
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Le onde del male che tieni dentro
s’infrangono contro l’ottusità
della mia ragione.
Labbra di cartapesta
schiudono i miei giorni,
quando rose avvinte di passione
sbocciano e sfioriscono
in poche ore.
Ti rincorro, amore mio,
cado, mi alzo, corro, ricado,
irraggiungibile è la pace.
Resta l’algido soffio della tua essenza
e il mio urlo di silenzio.
Ma sono ancora qui.
Sono nato per amare, io.
25.02.2015